Six Days: moto al Parco chiuso. Belometti e Oldrati: vittoria nel mirino

Ormai siamo quasi alla vigilia dell’83^ edizione della Sei Giorni e, come per tutte le precedenti, la Maglia Azzurra ha assolto al rito di sostare in fila per i controlli amministrativi, punzonare le moto e lasciarle nel parco chiuso: intoccabili fino alla partenza.


 


Così sono trascorsi gli ultimi due giorni della spedizione azzurra nel paddock di Serres: meccanici e piloti impegnati negli ultimi dettagli; lo staff della FMI a lavoro con direttore di gara, giuria e cronometristi; Casa Azzurra a fare da tetto alla fremente attesa.


 


I piloti, dopo aver provato le moto sugli aridi percorsi greci, le hanno lasciate già ieri sera nel parco chiuso. “Siamo stati tra i primi e potrebbe sembrare una scelta azzardata – ha detto il capo delegazione Franco Gualdi – ma le moto sono tutte a posto ed il meteo non cambierà. Non ci saranno problemi: siamo pronti a partire”.


 


Oggi è toccato al CT Gionni Fossati salire in moto e cercare di fissare bene in mente i punti dove si può cercare di limare secondi al cronometro. Gli azzurri, invece, a piedi lungo le speciali per memorizzare i passaggi più difficoltosi.


Al ritorno dalla ricognizione abbiamo sentito le impressioni del Capitano della Nazionale (Alessandro Belometti, KTM 250 2T Enduro Factory Farioli) e del leader dell’Under23 (Thomas Oldrati, KTM 250 4T Enduro Factory Farioli): entrambi carichi e con un obbiettivo ben fissato nella testa.


 


“Belo”, avete controllato i percorsi: come ti sono sembrati?


“Il terreno è a noi congeniale: duro, mosso. Linee, speciali, fettucciato sono adatte alle nostre caratteristiche. Lo scorso anno siamo riusciti in una impresa su di un terreno sabbioso dove, storicamente, non siamo a nostro agio. Questo tipo di percorsi potrebbero favorirci, ma è presto per fare delle previsioni”.


Sei il capitano della Nazionale e più di tutti puoi darci il termometro del gruppo.


“Fisicamente siamo tutti a posto ed anche le moto sono ok. Il gruppo è unito: c’è stato il ritorno di Albergoni, su cui puntiamo molto, e l’innesto di Mossini che si è integrato alla perfezione. Vorremmo solo cominciare la gara perché si sta accumulando la tensione. Siamo insieme da due settimane ormai, per curare i minimi dettagli: ora vogliamo solo accendere i motori”.


Cosa e chi temere da lunedì, quando finalmente scatterà la Six Days?


“Si alza tanta polvere e la temiamo più del caldo, ma se si è in lotta per il titolo, alle condizioni ambientali non ci si fa neanche caso. Per la gara invece, la Spagna sarà un osso duro: anche loro sono forti su questi terreni. Poi la Francia e come sempre la Finlandia. Dalla nostra, abbiamo la forza del gruppo che nelle Sei Giorni è la caratteristica fondamentale per giocarsela fino in fondo”.


 


Thomas Oldrati è carico almeno quanto il “capitano” e, con Gritti, Cominotto e Balletti, formano la squadra Under23 favorita per il Vaso.


Thomas, vi sentite davvero i favoriti?


“A guardare le altre squadre ed i risultai che stiamo ottenendo nel Mondiale non possiamo nasconderlo: partiamo con i favori del pronostico, ma in gara tutto questo non conta”.


Corri per la prima volta con un 250 4T: come mai questa scelta?


“Sono in testa nel Mondiale con la 125 ma il prossimo anno, molto probabilmente, passo al 250 4T: con i CT abbiamo deciso per la E1 e di correre questa ISDE con la mia futura moto che comunque ho avuto tempo e modo di provare”.


Sei senza dubbio il leader della squadra: cosa ti aspetti dai tuoi compagni?


“Non ci sono leader in una Sei Giorni: si corre in gruppo e la forza è data dall’unione di giovani talenti, pronti al sacrificio come noi. Mi aspetto il massimo da tutti, me compreso: abbiamo voglia di riportare in Italia il Vaso”.


Come sarà questa Six Days?


“C’è tanta polvere e sono tanti chilometri. Fisicamente ci sarà da soffrire e l’importante sarà il non partire subito al massimo, ma gestirsi nel corso dei diversi giorni. Gli avversari più pericolosi saranno la Francia e la Spagna, e sicuramente la sfortuna: lo scorso anno ci ha tormentato”.


 


Azzardiamo a chiedere un pronostico ed entrambi, al “chi vince?”, in coro rispondono “La Maglia Azzurra!”. Per nulla scaramantici: probabilmete il tutto è dettato dalla consapevolezza di essere tra i più forti al Mondo.


 


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