Antonio Cairoli, ospite alla MotoGP, parla del Motocross of Nations

Antonio Cairoli è stato accolto da grandi ovazioni, saluti, complimenti, strette di mano e richieste di autografi al Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini, 13° prova della MotoGP, dove è stato ospite

 

Nel corso della sua visita in sala stampa Cairoli ha rilasciato una intervista sul  63° Red Bull FIM Motocross of Nations, che il 3 e 4 ottobre riporterà in Italia, all’Autodromo Daniel Bonara di Franciacorta (BS), dopo 23 anni di assenza, la più importante gara del mondo per il fuoristrada.

 

Per prima cosa come sta e quali sono le condizioni del suo ginocchio sinistro, uscito un po’ malconcio dal GP di Olanda dove una settimana fa lei ha vinto il suo terzo titolo mondiale?

«Psicologicamente mi sento un leone, venire qui, ricevere i complimenti e il calore degli appassionati mi da una carica e una soddisfazione enorme. Arrivo dal Belgio dove martedì 1 settembre  il professor Claes mi ha praticato un piccolo intervento in artroscopia a pulizia del ginocchio sinistro che mi infortunai in Sud Africa nel 2008. In pratica è stato rimosso un frammento di cartilagine che mi provocava dolore e gonfiore. Ho preferito effettuare l’intervento subito dopo la gara di Lierop, per togliermi dall’impiccio ed avere più tempo per recuperare in vista del Nazioni che è il mio prossimo grande traguardo. Mi spiace perché avrei voluto partecipare al Red Bull Acqua Battle con le moto d’acqua a Riccione e divertirmi coi piloti della MotoGP».

Quando tornerà in moto?

«Claes mi ha prescritto 5 giorni di riposo assoluto che si concludono oggi. Non voglio forzare, affronterò il GP Brasile del 13 settembre come una piccola vacanza e come training per rimanere in forma in vista del Motocross of Nations».

Ormai ti riconoscono ovunque, anche nella MotoGp: qui tutto l’ambiente l’ha accolta come un eroe, che effetto le  fa?

«Mi fa un effetto bellissimo perché vuol dire che la gente mi ha seguito, apprezza il mio lavoro e conosce il motocross. Credo che ci sia un enorme spazio  di popolarità da conquistare per me e i ragazzi del cross. Bisogna comunicare e prendere esempio da grandi eventi come questo di Misano, lavorare tanto, non solo in moto, avvicinarsi al pubblico ».

Domenica scorsa a Lierop David Philippaerts, Campione uscente, è venuto a fine gara spontaneamente ad abbracciarla, un segnale che il Team Maglia Azzurra al Nazioni sarà unito?

«Tutto l’anno io e David ci siamo sfidati senza risparmio, abbiamo resistito alle difficoltà, allo stress, per me in più c’è stato da digerire anche la fine del rapporto con la Casa costruttirice. L’abbraccio di David mi ha fatto molto piacere perché è un messaggio forte e chiaro. Il team è unito e con me Philippaerts e Guarneri può centrare l’obiettivo storico».

Ha dato uno sguardo alla formazione americana?

« E’ forte e non va sottovalutata, tutti e tre i piloti prescelti, Weimer, Dungey e Tedesco sono reduci dal National e sono molto allenati. Tedesco è una vecchia volpe della Open, mentre gli altri due sono i migliori giovani emersi dal Supercross Lites 250cc. Ma non ci sono solo loro, anche Germania e Francia hanno bei team’s, ogni anno poi esplode una nazione nuova. Mi dicono che la pista sarà tecnica e all’americana. Per me no problem, sono i circuiti che amo…».

Stoffa da Campioni