Sei Giorni 2011 – Con le moto al parco chiuso si entra nel vivo

I piloti azzurri hanno compiuto il primo atto ufficiale dell’86° Sei Giorni di Enduro effettuando tutte le procedure di rito legate alle verifiche tecniche e amministrative. Si è trattato, in particolare, della prova fonometrica, delle punzonature e della sempre emozionante consegna della moto al parco chiuso.

Nonostante si avesse tempo fino a sabato, la Nazionale Italiana ha ritenuto di essere pronta con il set up delle moto e ha preferito anticipare di un giorno in modo da guadagnare un’ulteriore giornata per la ricognizione delle prove speciali. Come conferma Giacomo Redondi (Husqvarna CH Racing Monster Energy in E2), il primo ad aver consegnato la moto al parco chiuso: “Queste operazioni sono molto importanti non solo perché danno il via ufficiale alla Sei Giorni, ma anche perché emotivamente fanno sì che il pilota, non avendo più il contatto visivo con la sua moto, non faccia altro che pensare alla partenza della gara caricandosi in maniera positiva”.

Nel frattempo Gionni Fossati ha effettuato il percorso che i piloti affronteranno nel terzo giorno. “Si tratta”, spiega il DT azzurro, “di un giro molto lungo, di quasi trecento chilometri, che però non presenta particolari difficoltà sviluppandosi principalmente su sterrati molto scorrevoli, tipici della Finlandia. Le sei prove speciali cronometrate occupano meno di quaranta minuti, ma sono interessanti per la presenza di un terreno molto sabbioso. In particolare mi ha colpito quella in una cava che è molto spettacolare”.

Sabato sera a Hamina, a circa venti chilometri dal paddock di Kotka, ci sarà, con la sfilata delle nazioni, la cerimonia ufficiale di apertura della Sei Giorni di Enduro che si concluderà con un concerto musicale di una serie di artisti locali molto apprezzati.

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